Il 2021 apre un nuovo decennio di povertà e disuguaglianze. È questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’ultimo WeWorld Index, la classifica sul livello di inclusione di donne, bambine e bambini in 172 Paesi, che fotografa il mondo post pandemia analizzando la situazione in relazione a 34 indicatori (ambientali, sociali, educativi, economici e di salute).
I cambiamenti climatici non colpiscono tutti allo stesso modo e i progressi fatti negli ultimi anni e volti a raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030 hanno infatti segnato una battuta d’arresto con l’arrivo del Covid-19.
Le comunità più emarginate, per ragioni sociali, culturali e/o economiche, sono le più a rischio. Tra le conseguenze più evidenti sulla vita delle persone ci sono: povertà, scarsità di acqua e cibo, migrazioni, conflitti e violenza. Le aree già colpite da povertà cronica, come le zone costiere dell’Asia meridionale, le regioni desertiche dell’Africa Subsahariana, ma anche i piccoli Stati insulari in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili agli impatti sfavorevoli del cambiamento climatico. L’impatto del cambiamento climatico è distribuito in modo sproporzionato su quelle popolazioni che contribuiscono meno al problema. Basti pensare che i primi sei emettitori di gas serra sono, nell’ordine: Cina, Stati Uniti, Unione Europea (compreso il Regno Unito), India, Russia e Giappone. Ciò evidenzia come il cambiamento climatico aggravi le disuguaglianze sociali: innescato principalmente dai Paesi ad alto reddito avrà effetti catastrofici soprattutto sui Paesi a basso reddito. A soffrirne saranno in particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, come donne, bambine, bambini e adolescenti.
Il rapporto insiste sulla necessità di passare dalla promozione dei diritti delle donne, delle bambine e dei bambini alla loro attuazione, prendendo in considerazione anche gli effetti che il cambiamento climatico ha sulla loro vita e sul loro benessere.
Gli effetti su bambine e bambini: i bambini e le bambine sono la categoria più a rischio, quasi 2 miliardi di loro vivono in aree dove ogni anno i livelli di inquinamento dell’aria superano gli standard fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; 1 su 4 muore prima dei 5 anni a causa di ambienti malsani.
Gli effetti sulle donne: gli effetti negativi del cambiamento climatico amplificano le disuguaglianze di genere preesistenti ed esacerbano la marginalizzazione e la discriminazione di donne e ragazze nelle comunità colpite. Quando un cambiamento significativo delle condizioni climatiche danneggia le risorse naturali necessarie per guadagnarsi da vivere, le donne non possono mantenersi e sostenere le loro famiglie. Di conseguenza, sono spesso costrette a ricorrere a pratiche non sostenibili dal punto di vista ambientale, che le espongono a gravi rischi per la salute. Inoltre, le donne hanno meno possibilità di spostarsi e fuggire dagli effetti dei disastri naturali. Condizioni di forte stress, disagio economico e violenza mettono in grave pericolo le ragazze sfollate, esponendole al rischio di matrimoni forzati, di sfruttamento lavorativo e/o sessuale e di abbandono scolastico.
La 7° edizione di WeWorld Index è stata presentata durante nel corso di un Forum Ansa Incontra, a cui hanno partecipato il Presidente di WeWorld Marco Chiesara, Elena Caneva, Coordinatrice Centro Studi di WeWorld, e molti altri ospiti nazionali e internazionali.
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