Impresa 2030: Diamoci una regolata.

Share

“Impresa 2030: Diamoci una regolata”. La campagna per i diritti dell’uomo e dell’ambiente.

Secondo l’indagine condotta da #ClimateOfChange il 52% dei/delle giovani pensa che sia responsabilità delle aziende – dai giganti dei combustibili fossili e dell’agro-business, a quelli della moda e dell’hi-tech – affrontare il cambiamento climatico e promuovere un modello economico più sostenibile. Proprio per una maggiore regolamentazione delle aziende è nata Impresa 2030: Diamoci una regolata”, la campagna per la tutela dei diritti dell’uomo e dell’ambiente a cui WeWorld ha deciso di aderire al fianco di altre 10 organizzazioni nazionali (ActionAid Italia, Banca Etica, Campagna Abiti Puliti, Equogarantito, Fair, Focsiv, Human Rights International Corner, Mani Tese, Oxfam, Save the Children).

L’obiettivo di “Impresa2030: diamoci una regolata” è richiedere alla Commissione europea l’approvazione di una legge che obblighi le aziende a rispettare i diritti umani e dell’ambiente, lungo le catene di approvvigionamento globali, attraverso un processo di due diligence (in italiano “dovuta diligenza”). Una direttiva come la mandatory Human Rights and Environmental Due Diligence (mHREDD) infatti, obbligherebbe tutte le aziende europee e i suoi subfornitori di dotarsi di politiche e comportamenti efficaci nel garantire che i diritti umani e gli ecosistemi non siano violati né dalle operazioni da loro direttamente intraprese, né all’interno delle lunghe catene di fornitura di cui si avvalgono a livello globale.

 

L’Italia deve fare la sua parte per assicurare che le attività delle aziende non causino violazioni dei diritti umani e danni all’ambiente e non contribuiscano al cambiamento climatico, promuovendo una nuova cultura di impresa e finanza, in linea con l’Agenda 2030 e gli Accordi di Parigi sul clima.

 

                       Per partecipare alla campagna firma l’appello!

 

In questo frangente, WeWorld lavora da 50 anni in 25 Paesi nel mondo per la promozione dei diritti di ogni persona e comunità, cercando risposte e soluzioni agli squilibri e disuguaglianze globali. Ha avuto dunque l’opportunità di vedere sul campo gli impatti negativi sul territorio, sulla vita e sui diritti delle persone che l’attuale sistema di produzione e distribuzione può portare a diverse latitudini. Ha ad esempio analizzato fenomeni di sfruttamento delle risorse attraverso il progetto Alianza de Oro nelle comunità dell’America Latina o la violazione dei diritti dei lavoratori e lavoratrici migranti nelle campagne italiane, nel corso delle ricerche condotte dal progetto Our Food Our Future. Queste problematiche sono emerse anche all’interno del progetto Climate of Change, che ha messo in luce come molte migrazioni indotte dai cambiamenti climatici, come nel Sud-Est Asiatico, costringono migliaia di persone a lavorare troppo spesso senza diritti, in condizioni di sfruttamento e/o di schiavitù moderna.

WeWorld aderisce quindi a Impresa2030 con lo stesso impegno presente nei suoi progetti: quello di garantire accesso alla giustizia ai soggetti più vulnerabili, come donne, migranti e popolazioni indigene che, spesso, sono le più comuni vittime degli abusi perpetuati dalle aziende nei confronti delle persone e del pianeta.

Più notizie