Climate of Change Italy https://climateofchange.info/italy The human face of Climate Change Mon, 08 Aug 2022 07:51:11 +0000 it-IT hourly 1 https://climateofchange.info/italy/wp-content/uploads/sites/7/2020/11/cropped-footer-logo-32x32.png Climate of Change Italy https://climateofchange.info/italy 32 32 Oltre il panico: la realtà della migrazione climatica https://climateofchange.info/italy/oltre-il-panico-la-realta-della-migrazione-climatica/ Mon, 08 Aug 2022 07:51:11 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=2225 The post Oltre il panico: la realtà della migrazione climatica appeared first on Climate of Change Italy.

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Con l’obiettivo di scoprire le realtà che si celano dietro i troppo spesso invisibili “migranti climatici”, la coalizione della campagna Climate of Change ha appena pubblicato un rapporto che esplora il nesso tra i cambiamenti climatici e i modelli di mobilità in quattro Paesi che stanno vivendo disastri naturali con maggiore frequenza e intensità: Senegal, Guatemala, Cambogia e Kenya.

 

La guerra in Ucraina rivela la capacità dell’UE di fornire assistenza rapida ed efficace agli sfollati e, allo stesso tempo, come il nostro modello economico, fortemente basato sui combustibili fossili e sull’estrattivismo delle risorse, stia alimentando conflitti e migrazioni forzate in tutto il mondo.

Mentre nel 2015 diversi Stati membri hanno chiuso le frontiere in risposta alla crisi dei rifugiati siriani, all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è bastata una settimana perché l’UE attuasse la Direttiva sulla Protezione Temporanea. Questa direttiva ha fornito permessi di soggiorno temporanei e asilo agli ucraini, dimostrando la capacità dell’UE di dare una risposta rapida al conflitto accogliendo le persone in fuga dall’orrore. Ad oggi, fino a 5 milioni di ucraini hanno beneficiato della protezione temporanea dell’UE.

Oltre al principio di solidarietà internazionale che dovrebbe guidare l’UE, il passato coloniale del blocco e le sue attuali relazioni commerciali globali evidenziano una responsabilità storica per molti dei conflitti che devastano il mondo. Il cambiamento climatico non fa eccezione a questa lista di conflitti indotti dall’UE.

Tuttavia, le persone sfollate a causa dei disastri climatici o del degrado ambientale non rientrano nella definizione legale di “rifugiato” e spesso sfuggono al dibattito pubblico. Riconoscendo questa crescente necessità di identificare i dati demografici dei rifugiati climatici, i ricercatori dell’Università di Bologna hanno pubblicato, per conto della campagna Climate of Change, un rapporto intitolato “Beyond Panic? Exploring climate mobilities“.

 

Chi è il migrante climatico?

Il cambiamento climatico è una causa significativa di migrazione e studi recenti hanno stimato che entro il 2050 potrebbe costringere 216 milioni di persone a lasciare le proprie case. È importante notare che questa cifra si riferisce alle migrazioni interne e non a quelle transfrontaliere, come spesso vengono inquadrate.

Nonostante l’enorme potenziale di migrazione indotta dal clima e la necessità di adottare politiche di immigrazione per questo afflusso, i ricchi Paesi industrializzati stanno costruendo muri, non ponti per i rifugiati. I maggiori emettitori di gas serra al mondo spendono in media più di due volte per blindare i propri confini che per finanziare il clima. Il Transnational Institute chiama questa disparità di spesa “muro climatico”.

 

Oltre i muri climatici dell’Europa

Situati nella fascia tropicale, Senegal, Guatemala, Cambogia e Kenya ospitano economie estremamente vulnerabili al clima. Eppure, complessivamente, questi quattro Paesi rappresentano lo 0,1% delle attuali emissioni globali, rispetto al 37% emesso dai Paesi ricchi e industrializzati.

Allo stesso tempo, il degrado ambientale causato dalla cattiva gestione o dall’uso eccessivo delle risorse naturali sta portando alla deforestazione (disboscamento illegale in Cambogia e Guatemala), alla desertificazione (in Senegal e Kenya) e alla distruzione di ecosistemi come le foreste di mangrovie vicino alla costa senegalese. La pesca in Senegal, che dà lavoro al 15% della popolazione, è devastata dal riscaldamento globale, oltre che dalla cattiva gestione dei rifiuti, dall’inquinamento e dall’accaparramento degli oceani.

 

 

Il cambiamento climatico agisce come un moltiplicatore delle vulnerabilità preesistenti in questi Paesi, come la povertà, la mancanza di risorse e l’insicurezza alimentare, che interagiscono e si influenzano a vicenda. Di conseguenza, le persone, soprattutto quelle che lavorano con l’ambiente e ne dipendono, sono più inclini a migrare come unica strategia di adattamento.

 

La giustizia climatica è giustizia della mobilità

Nonostante la narrazione diffusa secondo cui la migrazione climatica ruota attorno a una massiccia migrazione verso il Nord globale, questo rapporto conferma che la migrazione intraregionale è molto più diffusa di quella internazionale quando si tratta di motivi legati all’ambiente.

Per i migranti dei quattro Paesi precedentemente citati, i sistemi di visto altamente restrittivi, afflitti da costi esorbitanti, significano che i canali regolari per la migrazione transfrontaliera sono estremamente limitati e meno probabili. Questo fa sì che le persone che si impegnano nella migrazione transfrontaliera debbano affrontare rischi più elevati di sfruttamento e costi elevati per assicurarsi un passaggio a livello internazionale.

L’UE è responsabile di questi pericolosi corridoi migratori. Come hanno dimostrato le nostre istituzioni con la guerra in Ucraina, è possibile stabilire percorsi migratori regolari per fornire protezione temporanea agli sfollati attraverso accordi regionali e bilaterali di libera circolazione.

 

La necessità di un clima di cambiamento

Un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile è un diritto umano riconosciuto dalle Nazioni Unite che non viene esercitato in molte parti del mondo. Ciò richiede un’azione urgente, come chiediamo nella nostra petizione #ClimateOfChange ai leader europei per la COP27.

La giustizia climatica non è solo una questione di difesa del diritto di spostarsi, ma anche di difendere il diritto di abitare, di rimanere e di fornire riparazioni climatiche per aiutare a farlo. L’UE, in quanto una delle regioni che ha contribuito maggiormente alla crisi climatica, deve coltivare alleanze di solidarietà e azioni collettive con le popolazioni e le aree più colpite (Most Affected People and Areas – MAPA), fornendo un sostegno finanziario sufficiente a finanziare le politiche di mitigazione e adattamento.

Per evitare un “apartheid climatico”, i Paesi ricchi e industrializzati devono adottare un nuovo pensiero ecologico, affrontando e superando le logiche estrattiviste e colonialiste delle loro relazioni economiche. L’UE può e deve accelerare la transizione dai combustibili fossili, abbracciando l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e modi di produzione responsabili che non antepongano gli interessi delle multinazionali a quelli delle persone e della natura, soprattutto nel Sud globale.

L’ordine esistente è una minaccia per la sicurezza ambientale a lungo termine. Solo un’ambiziosa transizione verso un’economia del benessere socialmente ed ecologicamente giusta potrebbe soddisfare la scala d’azione necessaria. L’impegno dell’Accordo di Parigi a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C non è l’unico modo per evitare conseguenze ambientali catastrofiche, ma anche per garantire i diritti umani, sociali ed economici di milioni di persone.

È tempo di affrontare la crisi climatica come una crisi sociale, richiamando l’attenzione sulle interconnessioni della nostra economia estrattiva e sui suoi impatti disuguali in tutto il mondo.

Le attività che dipendono dal clima, come l’agricoltura, la pesca e la pastorizia, sono i punti fermi delle economie dei quattro Paesi. Questo li rende sempre più suscettibili agli effetti del cambiamento climatico. Ad esempio, l’irregolarità dei modelli di pioggia e i relativi eventi estremi, come la siccità in Kenya e Senegal e le inondazioni improvvise in Guatemala e Cambogia, stanno danneggiando i motori economici dell’agricoltura e della pesca.

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Al Tedx per parlare di giustizia ambientale e sociale https://climateofchange.info/italy/al-tedx-per-parlare-di-giustizia-ambientale-e-sociale/ Tue, 26 Jul 2022 10:40:26 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=2221 The post Al Tedx per parlare di giustizia ambientale e sociale appeared first on Climate of Change Italy.

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«Battersi per la giustizia climatica non è una lotta soltanto ecologista: vuol dire battersi per la giustizia sociale, per l’uguaglianza di genere, per la democrazia. Vuol dire contestare un modello socio-economico che produce diseguaglianze e devastazione ambientale e significa lottare per scelte destinate a cambiare il modo con cui guardiamo a noi stessi su questo pianeta, non più come padroni di un tutto ma come parte del tutto. Perché è il sistema che deve cambiare, non il clima».

Parole forti, altisonanti e pungenti, che non possiamo ignorare. Parole che arrivano dalla bocca di Marica di Pierri, giurista e giornalista attiva da quindici anni nel campo della giustizia globale e dell’ecologismo, che con il suo TEDx “Giudizio Universale: denunciare lo Stato per inazione climatica” ha raccontato di “A SUD vs Italia”, la prima grande azione legale della storia promossa in Italia sul tema dei cambiamenti climatici.

“Giustizia Ambientale e Migrazioni” è stato il tema dell’edizione di quest’anno del TedxBolognaSalon, svoltosi lo scorso 30 giugno presso il Teatro Manzoni di Bologna. Un evento, promosso dal Comune di Bologna e inserito all’interno della campagna di comunicazione europea ClimateOfChange, che ha voluto porre l’attenzione su un argomento tanto acceso quanto attuale, ovvero lo stretto rapporto tra crisi ambientale e crisi sociale.

Le idee di valore vanno condivise e infatti la serata ha registrato il sold out.

Un Manzoni al completo che ha ascoltato Marica di Pierri, Julia Hoffman, Abdou Mbacke Diouf, Susanna Finardi, Laurence Hart, Michela Spina, Azzurra Spirito parlare a cuore aperto di un tema che è sempre più urgente e che riguarda tutte e tutti noi. A moderare la serata sul palco c’erano Sambu Buffa, designer di cambiamento e Giovanni Mori, portavoce di Fridays for Future Italia.

È possibile rivedere i talk nella playlist qua sotto:

https://youtube.com/playlist?list=PL0v_JNIZwXldlJSt20TsXFyS8lIKEzxnv

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Giovani e cambiamento climatico https://climateofchange.info/italy/giovani-e-cambiamento-climatico/ Thu, 16 Jun 2022 08:59:06 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=2195 The post Giovani e cambiamento climatico appeared first on Climate of Change Italy.

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Le finali nazionali del torneo di dibattiti delle scuole superiori “Exponi le tue idee!”

Da Palermo a Perugia, passando da Udine, Brescia e Bologna: oltre 100 ragazzi suddivisi in 16 squadre, 16 professori e 30 giudici provenienti da tutta Italia si sono incontrati a Milano in occasione delle finalissime di “Exponi le tue idee”, il torneo di dibattiti promosso nelle scuole superiori di tutta Italia.

Dopo tre giorni di dibattiti – svolti sotto il patrocinio del Comune di Milano – ad aggiudicarsi la vittoria è stato il team “Frittomisto” dell’istituto tecnico statale “Primo Levi” di Seregno (MB) al termine di un confronto finale con la squadra “I pinguini” dell’istituto “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Montefiascone (VT)

Presenti alla finale, svoltasi presso l’Università degli Studi di Milano, anche la consigliera comunale del Comune di Milano e presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili Diana De Marchi e Giovanni Mori, attivista dei Fridays For Future e ingegnere ambientale, che hanno sostenuto un dibattito magistrale sul tema: “Ecologismo: è più efficace un Partito o un Movimento?

Il torneo di debates – dichiara Stefano Piziali, Responsabile programmi Italia e Europa di WeWorld – vuole incentivare non solo una conoscenza approfondita dei temi ambientali, ma anche la capacità di confrontarsi in modo costruttivo con posizioni differenti. Ed è questo infatti che ha animato la finalissima e su cui abbiamo chiesto ai ragazzi di dibattere: la responsabilità delle azioni per mitigare o adattarci al cambiamento climatico ricadono prima di tutto sui governi o sugli individui? Anche questa volta lo spirito dei ragazzi è stato un incoraggiamento a guardare positivamente al futuro”.

L’edizione 2021/2022 del torneo di dibattiti rientra nella campagna #ClimateOfChange – di cui WeWorld è capofila – che coinvolge 16 organizzazioni europee ed è finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Programma DEAR (Development Education and Awarareness Raising Programme). Obiettivo della campagna europea è sviluppare la consapevolezza dei giovani cittadini e cittadine dell’UE sul nesso tra cambiamento climatico e migrazioni e coinvolgerli per creare un movimento pronto a sostenere la giustizia climatica globale.

 

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Giustizia ambientale e migrazioni https://climateofchange.info/italy/giustizia-ambientale-e-migrazioni-la-nuova-edizione-di-tedxbologna/ Wed, 15 Jun 2022 08:39:53 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=2182 The post Giustizia ambientale e migrazioni appeared first on Climate of Change Italy.

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La nuova edizione di TEDxBologna

Crisi ambientale e crisi sociale. Questo il filo rosso che attraverserà la serata di giovedì 30 giugno 2022 al Teatro Manzoni di Bologna, durante l’evento di TEDxBolognaSalon dal titolo “Giustizia ambientale e migrazioni”, organizzato all’interno della nostra campagna #ClimateOfChange. Nove gli speakers che si alterneranno sul palco per raccontare i loro progetti, le difficoltà che hanno incontrato nel proprio percorso e i traguardi futuri.

Un tema, quello della crisi climatica, che oggi più che mai ci riguarda, dal momento che i drastici cambiamenti di oggi sono significativamente determinati dall’azione dell’uomo sul pianeta. Il tema di questa edizione ha l’obiettivo di mettere in luce il legame tra crisi ambientale e migrazione, che a sua volta genera una migrazione forzata, ed è il segno tangibile dell’interconnessione tra giustizia ambientale e sociale.

Scopri il programma completo e prenota il tuo posto.

Gli speaker di TEDxBolognaSalon

A condurre la serata saranno Sambu Buffa, Consulente in comunicazione e marketing inclusivo, e Giovanni Mori, laureato in ingegneria ambientale e attivista di Fridays for Future. Sul palco saranno presenti:

  • Marica di Pierri, laureata in giurisprudenza, con PhD in Human Rights, lavora da quindici anni nel campo della giustizia ambientale e dell’ecologismo. Giornalista pubblicista, è Direttrice Responsabile della testata EconomiaCircolare.com. Co-fondatrice e direttrice del Centro Documentazione sui Conflitti Ambientali Francesca Rosignoli lavora attualmente come Junior Global Horizons Fellow presso lo Swedish Collegium for Advanced Study di Uppsala.
  • Abdou Mbacke Diouf, pallavolista professionista, biologo molecolare, scrittore. Forse qualcuno lo conosce perché segue la sua pagina facebook “Accettare con serenità che certe cose non le accetterai mai con serenità”;
  • Azzurra Spirito facilita le persone che operano in realtà diverse (enti pubblici, startup, imprese, centri di ricerca, università, grandi aziende, realtà di investimento, associazioni) a sviluppare uno sguardo di lungo termine, costruire una visione condivisa con gli altri attori coinvolti nel sistema socio-tecnico di riferimento, esplorare futuri alternativi;
  • Susanna Finardi, Imprenditrice, Head of Business Partnership e internazionalizzazione di Treedom. Prima di entrare a far parte di Treedom è stata responsabile dell’ufficio di raccolta fondi di COSPE ONG;
  • Bellamy Ogak è Co-fondatrice di Afroitalian Souls, una piattaforma nata per cambiare la narrativa e valorizzare il lavoro e le esperienze di vita degli italiani afrodiscendenti. Si occupa di divulgazione di temi inerenti le disuguaglianze sociali, consulenza in diversity &inclusion, comunicazione decoloniale;
  • Laurence Hart lavora con la Organizzazione Internazionale per le Migrazioni – OIM dal 1999 e da settembre 2019 è il Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo in Roma. È responsabile delle attività in Italia e a Malta ed è il Rappresentante dell’Organizzazione presso la Santa Sede;
  • Michela Spina è nata e cresciuta in Molise. Frequenta l’università di medicina veterinaria a Napoli. Ha iniziato a frequentare Fridays for future, movimento che oggi rappresenta come portavoce a livello italiano, insieme ad altri 5 attivisti e attiviste;
  • Julia Hoffmann, da sempre appassionata promotrice di finanza sostenibile, è consulente senior fundraiser e formatrice in Non Profit Factory con focus su filantropia strategica e impatto sociale a livello nazionale ed internazionale.

L’evento è organizzato da TEDxBologna in collaborazione con il Comune di Bologna.

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La dichiarazione congiunta per un Dovere di Diligenza delle Imprese ai fini della Sostenibilità https://climateofchange.info/italy/dichiarazione-congiunta-per-un-dovere-di-diligenza-delle-imprese-ai-fini-della-sostenibilita/ Thu, 12 May 2022 11:27:41 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=2149 The post La dichiarazione congiunta per un Dovere di Diligenza delle Imprese ai fini della Sostenibilità appeared first on Climate of Change Italy.

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La dichiarazione congiunta per un Dovere di Diligenza delle Imprese ai fini della Sostenibilità

La proposta della Commissione Europea deve essere rafforzata per porre fine ai danni delle imprese ai diritti umani, all’ambiente e al clima.

 

Il 23 febbraio 2022, la Commissione Europea ha rilasciato una proposta di direttiva sul “Dovere di Diligenza delle Imprese ai fini della Sostenibilità”. Questa direttiva potrebbe rappresentare un passo avanti fondamentale per ridurre al minimo gli impatti negativi delle imprese sui lavoratori, sulle comunità e sull’ambiente in tutto il mondo. In risposta, oltre 220 ONG e sindacati da tutto il mondo hanno accolto la proposta come un passo essenziale a lungo atteso, verso la responsabilità delle imprese, una condotta aziendale responsabile e l’accesso alla giustizia.

 

Tuttavia, la proposta contiene significativi difetti che rischiano di impedire alla direttiva di ottenere l’impatto positivo di cui le persone, il pianeta e il clima hanno urgentemente bisogno. Le sottoscritte organizzazioni e le reti per i diritti umani, il lavoro e l’ambiente chiedono al Parlamento europeo e agli Stati membri dell’UE di rafforzare il testo in linea con quanto i cittadini dell’UE, i lavoratori e le comunità colpite dagli abusi delle imprese in tutto il mondo hanno chiesto pubblicamente e a gran voce.

 

Anche #ClimateOfChange si unisce alla dichiarazione congiunta, con l’intento di delineare le nostre opinioni collettive su come migliorare la proposta e per garantire che la legge prevenga efficacemente i danni delle imprese ai diritti umani, all’ambiente e al clima, oltre a fornire alle vittime di abusi aziendali l’accesso a rimedi efficaci.

 

 

Scarica qui lo Statement integrale: CSO Statement on the proposed EU CORPORATE SUSTAINABILITY DUE DILIGENCE
DIRECTIVE

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I giovani di #ClimateOfChange raccontano il loro viaggio in Kenya https://climateofchange.info/italy/climate-of-change-viaggio-kenya/ Fri, 15 Apr 2022 13:40:55 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=1825 The post I giovani di #ClimateOfChange raccontano il loro viaggio in Kenya appeared first on Climate of Change Italy.

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I giovani di #ClimateOfChange raccontano il loro viaggio in Kenya

 

Si è appena concluso il viaggio di #ClimateOfChange che dal 5 al 12 aprile ha portato 15 cittadini da tutta Europa nel cuore del Kenya per comprendere da vicino l’impatto del cambiamento climatico sulle comunità locali.

 

I partecipanti sono stati scelti tra i finalisti di “Exponi le tue idee! #ClimateOfChange Edition I”, la competizione educativa di dibattiti promossa da WeWorld che ha coinvolto più di 100 ragazzi e ragazze di 13 paesi dell’UE e che li ha visti protagonisti in una serie di confronti a squadre proprio sui temi del cambiamento climatico.

Assieme agli studenti sono inoltre partiti 3 influencer provenienti da tutta Europa.

 

Ma perché un viaggio in Kenya? Secondo il ND-GAIN Country Index, il paese è enormemente colpito dall’impatto dei cambiamenti climatici: gli eventi improvvisi includono diversi tipi di disastri idrometeorologici che colpiscono la maggior parte delle regioni del paese, causando soprattutto inondazioni e frane. I cambiamenti ambientali a insorgenza lenta invece, ulteriormente esacerbati dalle attività umane, includono: siccità, desertificazione, erosione del suolo e aumento del livello del mare ed erosione costiera.

 

Proprio con il suo intervento nella Contea di Isiolo, WeWorld intende contribuire a una maggiore resilienza alla siccità e ad altri impatti negativi del cambiamento climatico – in particolare per il gran numero di bambini e bambine sotto i 5 anni che soffrono di malnutrizione cronica – cercando di migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale, le risorse produttive e i servizi igienico-sanitari per le comunità di pastori e agropastorali vulnerabili nella Contea di Isiolo.

 

WeWorld è presente in Kenya dal 2009. Proprio per questo per il training preparatorio dei ragazzi sono state fornite non solo attività di team-building focalizzate sui contenuti del progetto #ClimateOfChange, ma anche un modulo conclusivo concentrato sul contesto locale, la logistica e le procedure di sicurezza da rispettare in loco. Vari strumenti di comunicazione sono stati inoltre forniti per documentare al meglio l’esperienza in Kenya.

 

È così che studenti e influencer hanno potuto raccontare sui propri canali social (utilizzando gli hashtag #ClimateOfChange e #DEARProgramme) la loro intensa esperienza di viaggio e di studio, sempre più consapevoli di ciò che il cambiamento climatico può voler significare per comunità locali, esperti e giovani attivisti incontrati nell’altra parte del mondo.

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Stanno per iniziare gli spareggi di “Exponi le tue idee! #ClimateOfChange Edition II” nelle scuole italiane! https://climateofchange.info/italy/spareggi-exponi-le-tue-idee-climateofchange-edition-ii/ Thu, 10 Mar 2022 11:55:27 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=1809 The post Stanno per iniziare gli spareggi di “Exponi le tue idee! #ClimateOfChange Edition II” nelle scuole italiane! appeared first on Climate of Change Italy.

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Stanno per iniziare gli spareggi di “Exponi le tue idee! #ClimateOfChange Edition II” nelle scuole italiane

È terminata la fase di istituto di Exponi le tue idee! #ClimateOfChange Edition II la competizione educativa di dibattiti per ragazzə promosso da WeWorld che per questa edizione ha visto confrontarsi all’interno di 30 scuole superiori 140 squadre di studenti su temi legati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Anche per quest’anno il focus è sull’ambiente in quanto anche quest’edizione, come la precedente, rientra nella cornice del progetto europeo #ClimateOfChange di cui WeWorld è capofila.

A partire dal mese di marzo prende il via la fase dello spareggio territoriale dove le scuole di studenti e studentesse che hanno vinto il torneo nella fase di istituto si affronteranno per stabilire la squadra vincitrice che otterrà il diritto a partecipare alla finale nazionale che si svolgerà tra il 25 e il 27 maggio 2022 a Milano.

I ragazzi e le ragazze affronteranno tematiche che riprendono il tema del cambiamento climatico sotto diversi aspetti:

  • Ecologismo: è più efficace un Partito o un Movimento?
  • Il progresso scientifico e tecnologico è utile o dannoso per mitigare il cambiamento climatico?
  • Le grandi opere pubbliche: opportunità o minaccia per la comunità?

Clicca qui per accedere alla pagina dei temi e visualizzare le schede.

 

Più di 100 ragazzi e ragazze parteciperanno alle sfide locali per dibattere e confrontarsi su temi attuali nel dialogo tra i giovani e la società civile, con la COP27 che si avvicina e gli impegni sul clima in costante monitoraggio.

Clicca qui per conoscere gli spareggi organizzati e le squadre coinvolte in tutto il territorio italiano.

 

Auguriamo a tutti gli studenti, le studentesse, i giudici e i docenti un buon dibattito!

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Nuove regole UE sulla responsabilità sociale d’impresa. Un importante passo avanti, ma non basta. Il commento di WeWorld. https://climateofchange.info/italy/responsabilita-sociale-dimpresa-il-commento-di-weworld/ Thu, 03 Mar 2022 09:45:34 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=1803 The post Nuove regole UE sulla responsabilità sociale d’impresa. Un importante passo avanti, ma non basta. Il commento di WeWorld. appeared first on Climate of Change Italy.

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Nuove regole UE sulla responsabilità sociale d’impresa. Un importante passo avanti, ma non basta.

Il commento di WeWorld

 

Attesa da tempo, il 23 febbraio 2022 la Commissione Europea ha presentato la proposta di Direttiva sulla dovuta diligenza per le imprese in materia di diritti umani e ambiente (in inglese, cd. due diligence). Lo scopo è quello di imporre alle imprese obblighi di verifica e prevenzione degli impatti negativi derivanti dalle loro attività su lavoratori, consumatori, comunità vulnerabili ed ecosistemi.

Come WeWorld con #ClimateOfChange, assieme alle campagne Impresa2030! Diamoci una regolata, #OurFoodOurFuture e le azioni di Alianza de Oro e Difensores Humanos in America Latina, continuiamo a fare la nostra parte affinché nella negoziazione tra Commissione, Parlamento e Consiglio appena iniziata si arrivi all’adozione di una Direttiva che davvero segni una svolta significativa verso un mondo che metta al primo posto le persone e l’ambiente, in linea con i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals #SDGs, dell’Agenda2030.

 

“Da oltre 20 anni si parla di responsabilità sociale d’impresa, ma nonostante le buone intenzioni, poche realità vi hanno davvero aderito” – commenta Margherita Romanelli, Advocacy Officer del progetto #ClimateOfChange e coordinatrice area Advocacy e programmi UE di WeWorld.

“Oggi finalmente, con la bozza di una legge europea che vincola le imprese a prevenire e mitigare le violazioni dei diritti umani e dell’ambiente in tutte le sue attività produttive e relazioni commerciali, qualcosa può cambiare. È una legge anticipata da alcune norme nazionali come quella francese e tedesca, ma che pone regole uniformi alle aziende che hanno sedi o semplicemente commercializzano in Europa. Ci chiediamo però: quanto sarà efficace la legge? Consentirà davvero alle persone e alle comunità vittime di abusi di ottenere un giusto risarcimento e dunque sarà davvero deterrente per i comportamenti scorretti delle imprese?”

 

“Il nostro primo pensiero va alle attuali e potenziali vittime. Dai lavoratori cambogiani schiavi sui pescherecci nel sud est asiatico per il pesce commercializzato negli anni anche nei nostri supermercati, alle comunità latino americane la cui salute e territorio sono colpiti dall’estrattivismo minerario e petrolifero, spesso causa di disastri ambientali e sociali come il recente caso dello sversamento in mare di greggio della compagnia spagnola Repsol in Perù. Ma pensiamo anche alle braccianti indiane sfruttate in agricoltura a casa nostra, come evidenziato in una nostra recente ricerca nell’Agropontino.”

Prosegue riguardo alle agevolazioni per l’accesso alla giustizia da parte delle vittime, assenti nella proposta: “Senza le denunce di chi subisce i comportamenti negativi la direttiva non avrà capacità di incidere. Le vittime sono proprio le persone e le comunità più vulnerabili, per questo i loro diritti non vengono rispettati e per questo denunciare è molto difficile. Si aggiungono inoltre le minacce e violenze che spesso subiscono i difensori dei diritti umani e ambientali. Su questo punto la direttiva può e deve essere migliorata!

Infine, sul fatto che la proposta di legge ponga il focus sulle grandi imprese: “Se la norma esclude le piccole e medie imprese che rappresentano il 99% delle aziende in Europa, che effetto avrà? Se si vuole arrivare ad un’applicazione graduale della direttiva bisogna includere da subito almeno tutte le medie imprese, quelle che hanno dai 50 ai 250 occupati e più di 10 milioni di fatturato annuo. Sono imprese che hanno imparato a commercializzare con l’estero, a delocalizzare, a stringere relazioni complesse e a scegliersi partner produttivi e commerciali. Potranno certamente rispettare anche le regole per garantire una vita dignitosa per le persone e la natura, selezionando pratiche e fornitori all’altezza di questi principi”.

 

Noi di WeWorld ci impegniamo quindi a fare la nostra parte, affinché la negoziazione europea rafforzi il testo e colmi le mancanze evidenti, portando a una direttiva ambiziosa e significativa che tuteli efficacemente le comunità più fragili e salvaguardi la natura.

 

 

Foto tratta dalla campagna Impresa2030: Diamoci una regolata!

 

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“A tutto gas. Ma nella direzione sbagliata”: il commento di WeWorld https://climateofchange.info/italy/a-tutto-gas-ma-nella-direzione-sbagliata-il-commento-di-weworld/ Fri, 11 Feb 2022 14:28:39 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=1795 The post “A tutto gas. Ma nella direzione sbagliata”: il commento di WeWorld appeared first on Climate of Change Italy.

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“A tutto gas. Ma nella direzione sbagliata”: il commento di WeWorld

12 febbraio: mobilitazione per la decarbonizzazione

 

Milano, 12 febbraio 2022 – Oggi il mondo ambientalista italiano si mobilita accanto ad altre decine di associazioni e gruppi della società civile per chiedere un intervento più netto verso un abbandono dell’energia da fonti fossili e un’accelerazione verso quelle rinnovabili. “Il gas metano, come il petrolio, non è una fonte energetica pulita e non ci aiuta a contenere il livello di riscaldamento globale entro 1,5 gradi, obiettivo ribadito nell’ultima COP26 di Glasgow – spiega Margherita Romanelli, coordinatrice area Advocacy e programmi UE di WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 Paesi. “Aumentare il suo sfruttamento con ingenti investimenti in nuovi impianti – prosegue – ci allontana dall’obiettivo di frenare il cambiamento climatico e le sue devastanti conseguenze per le vite di migliaia di persone, realità in molti paesi del mondo in cui operiamo da anni come il Mozambico, il Burkina Faso, il Guatemala o la Cambogia.”

 

Con il progetto #ClimateOfChange, assieme a 16 partner di 13 paesi europei, WeWorld ha lanciato già da mesi una petizione per chiedere all’Unione Europea e ai suoi stati membri azioni concrete per raggiungere la neutralità climatica entro il 2040, la decarbonizzazione dell’economia e la sostituzione dei combustibili fossili.

 

“Al Governo Italiano – dice Romanelli – abbiamo chiesto di abolire da subito gli ingenti sussidi alle fonti fossili e di indirizzare le risorse del PNRR verso energie rinnovabili, sostenendo le fasce di popolazione più fragili nella transizione. La manifestazione A TUTTO GAS. MA NELLA DIREZIONE SBAGLIATA ribadisce e rafforza le richieste per le quali WeWorld si è speso in questi anni e per questo e per questo crediamo sia necessario dare il nostro appoggio.”

 

Il nostro paese è pronto per una svolta ecologica vera, ed ascoltare finalmente la voce di giovani a cui consegnare un mondo più sostenibile. Da un’indagine IPSOS per WeWorld emerge che in Italia il 54% dei giovani è preoccupato per il degrado ambientale e l’80% sarebbe disposto a votare chi propone politiche green. A questi giovani però non possiamo proporre – tanto meno investendo i fondi di Next Generation EU – il gas come fonte sostenibile, quando è chiaro che la molecola CH4 (metano) ha un effetto climalterante fino a 83 volte superiore alla CO2. Non possiamo neanche prospettare di inserire il metano nella tassonomia per gli investimenti sostenibili come di recente ha proposto la Commissione Europea, al pari del solare o dell’eolico. Per questo ci uniamo alla richiesta della mobilitazione per investire i fondi verso la realizzazione di nuovi impianti di energie rinnovabili, che consentirebbero anche di alleggerire considerevolmente la dipendenza energetica del nostro paese, unica strada per evitare fenomeni speculativi come quelli ai quali stiamo assistendo e che conducono al caro bolletta. D’altronde, raddoppiare lo sfruttamento del gas italiano con nuovi investimenti ridurrebbe nostra importazione dal 94% all’88%, con effetti insufficienti per intaccare sulla dinamica dei prezzi e di breve durata perché le riserve sarebbero consumate in pochi anni.

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BE A CHANGE MAKER. Percorso gratuito di policy e attivismo su giustizia climatica e sociale https://climateofchange.info/italy/be-a-change-maker/ Thu, 10 Feb 2022 11:58:12 +0000 https://climateofchange.info/italy/?p=1780 The post BE A CHANGE MAKER. Percorso gratuito di policy e attivismo su giustizia climatica e sociale appeared first on Climate of Change Italy.

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BE A CHANGE MAKER

Un percorso formativo e capacitante per acquisire conoscenze approfondite su cambiamento climatico, sostenibilità, diritti umani e ambientali, e competenze professionali e trasversali utili a rafforzare, sostenere e dare voce all’attivismo giovanile.

 

Le tematiche del progetto #ClimateOfChange si integrano alle altre iniziative di WeWorld per creare un percorso formativo professionalizzante per giovani attivisti. Una serie di incontri con professionisti del settore focalizzati in tre ambiti tematici, tutti legati al problema ambientale: lavoro e imprese, acqua e governance delle risorse, migrazioni e percezioni delle emergenze.

Il programma consiste in un primo momento propedeutico e, a seguire, due differenti percorsi professionalizzanti:

  • Our Food Our Future: Comunicazione e influencer per la giustizia sociale e ambientale.
  • People And Planet: Politiche pubbliche locali per l’ambiente e la sostenibilità.

 

Al termine del percorso, WeWorld rilascerà un certificato di partecipazione al programma DEAR dell’Unione Europea, attestante conoscenze e competenze acquisite, prodotti e iniziative realizzati.

Gli incontri si terranno a Bologna e sono rivolti a ragazze e ragazzi tra i 18 e i 35 anni, per un massimo di 35 partecipanti.

C’è tempo fino al 15 febbraio per iscriversi, compilando il form presente a questo link.

 

Il percorso formativo gratuito è promosso da WeWorld grazie al supporto della Commissione Europea nell’ambito del programma DEAR -Development Education and Awareness Raising Programme, indirizzato a migliorare la comprensione, le competenze e l’impegno critico dei cittadini europei nei confronti dello sviluppo e delle problematiche ad esso correlate. Inoltre, il percorso legherà i temi trattati dalla campagna Impresa2030 – Diamoci una regolata di cui WeWorld è uno dei soggetti promotori.

 

Scarica qui il programma completo dell’iniziativa!

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